G. Giappichelli (2017) 244 págs.: http://www.giappichelli.it/i-limiti-alla-tutela-del-made-in-fra-integrazione-europea-e-ordinamenti-nazionali,9216448
Indice
Capitolo Primo - CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVE
1. L’origine delle merci fra diritto, società e consumi
2. L’evoluzione dell’integrazione europea: da Comunità economica a “Comunità di diritto”
3. L’evoluzione dei Trattati nel “ventennio costituzionale europeo”
4. I riflessi sul mercato interno della crescente attenzione per l’individuo
5. Sulla opportunità di una rilettura del tema dell’origine delle merci nell’attuale
fase dell’integrazione europea
Capitolo Secondo - ORIGINE DELLE MERCI E COMUNICAZIONE AL CONSUMATORE
1. Le diverse funzioni dell’indicazione dell’origine di una merce e le difficoltà
di un approccio sistematico alla materia
2. La nozione di “origine” dei prodotti nel diritto dell’Unione europea
3. Il settore alimentare: eccezione o laboratorio di sperimentazione per il futuro?
4. La nozione “doganale” di origine e la sua (inopportuna) estensione alla comunicazione commerciale. Cenni introduttivi
5. L’acquisizione del “carattere originario” di una merce in base al CDUE e le sue “aporie” sul piano comunicativo
6. Norme dell’Unione europea sull’origine e “preemption”
7. Obbligo di indicazione dell’origine e libera circolazione delle merci
8. Gli sviluppi più recenti: lo stato derivante dall’approccio giurisprudenziale al tema del “Made in”
9. I tentativi (falliti) di risolverlo sul piano normativo
10. Le c.d. “clausole di mutuo riconoscimento” quale “nuova via” per tutelare gli obblighi nazionali di indicazione dell’origine (fra perdurante violazione del diritto dell’Unione europea e discriminazione alla rovescia)
Capitolo Terzo - IL “MADE IN” FRA STRUMENTI DI VALORIZZAZIONE DELLA QUALITÀ E CONTRASTO ALLE PRATICHE COMMERCIALI SLEALI
1. L’origine come strumento della politica della qualità nell’ordinamento dell’Unione europea. Cenni introduttivi
2. Le indicazioni geografiche come diritti “sui generis” fra proprietà industriale e valorizzazione del territorio nell’ordinamento giuridico dell’Unione europea
3. La definizione di “indicazione geografica” quale denominazione di prodotto e le sue criticità
4. La dimensione “territoriale” delle indicazioni geografiche protette ed il loro collegamento effettivo ai metodi produttivi “leali e costanti”
5. La difficile distinzione fra le indicazioni geografiche “semplici” e quelle “qualificate”
6. La proposta di estensione del regime di tutela delle indicazioni geografiche dell’Unione europea ai prodotti non agroalimentari
7. Gli “altri segni del Made in”: inquadramento della problematica
8. I marchi pubblici di qualità territoriale nella giurisprudenza della Corte di giustizia e nella prassi più recente
9. Le c.d. “autodichiarazioni” sul “Made in” ed il problema del “sounding”: Cenni sugli strumenti internazionali di tutela
10. La disciplina dell’Unione europea
11. Casistica
12. La tutela del “Made in” nella normativa italiana: adattamento alle norme dell’Unione sulla lotta alle pratiche commerciali sleali o ostacolo tecnico alla libera circolazione delle merci?
Capitolo Quarto - VALUTAZIONI CONCLUSIVE. TUTELA DEL “MADE IN” E NUOVE SFIDE PER L’INTEGRAZIONE EUROPEA
1. Limiti alla tutela del “Made in” ed integrazione europea: una possibile rilettura
critica della materia
2. Origine delle merci e diritti culturali. Considerazioni preliminari e quadro internazionale
3. L’eccezione (o specificità) culturale nel processo di integrazione europea
4. La giurisprudenza della Corte di giustizia sulla valenza dei diritti culturali rispetto alle libertà fondamentali
5. L’informazione e l’autodeterminazione del consumatore come diritti fondamentali nell’ordinamento giuridico dell’Unione europea. Cenni introduttivi
6. La politica dei consumatori nel processo di integrazione europea
7. Il ruolo dell’informazione commerciale oggi
8. Valutazioni conclusive
Bibliografia
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